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  • Come attuare un corretto risparmio energetico

I consumi elettrici degli italiani sono in aumento costante e la necessità di trovare fonti energetiche alternative, come l’utilizzo di pannelli fotovoltaici che permettano di integrare le fonti tradizionali, si fa sempre più forte.

La riduzione degli sprechi è senza dubbio il primo e più importante accorgimento attuabile per risparmiare energia, ma non è l’unica cosa che possiamo fare: la scelta attenta di elettrodomestici eco-compatibili e il loro corretto utilizzo, insieme all’installazione, dove possibile, di pannelli fotovoltaici e termici, aiutano a salvaguardare l’ambiente e il portafoglio.

  • I consumi energetici degli italianiI consumi energetici in Italia nel 2007

Nella sezione dedicata ai consumi elettrici degli italiani troverai una fotografia dei consumi energetici rilevati nel corso del 2007. I dati per il 2009 saranno disponibili tra pochi giorni.

I consumi energetici italiani 2011

Il Rapporto presenta la situazione italiana dei consumi energetici e della produzione elettrica al 2011.

Dal rapporto Terna Dati statistici sull’energia elettrica in Italia, anno 2011, pubblicato in luglio nella versione definitiva, emerge il quadro annuale del sistema elettrico nazionale, esaminato nella consistenza degli impianti e della loro produzione.

Nel 2011 gli operatori elettrici sono stati 2118: 339 autoproduttori, 1729 operatori del mercato elettrico (di cui 153 distributori). Malgrado il perdurare delle condizioni di criticità dell’economia nazionale per le tensioni sui debiti sovrani dei paesi di area Euro e per il rallentamento del ciclo economico internazionale, nel 2011 la domanda complessiva di energia elettrica è stata di 334,6 TWh in aumento dell’1,3% rispetto al 2010, confermando la tendenza positiva instauratasi dopo il 2009 (+3,2% nel 2010).

Con gli aumenti dell’ultimo biennio la richiesta elettrica si è riportata sui volumi del 2005-2006, ed è stata soddisfatta nell’ultimo anno solare per l’86,3% da produzione nazionale (288,9 TWh, al netto dei consumi dei servizi ausiliari e dei pompaggi) mentre il restante fabbisogno (13,7%) è stato coperto da importazioni dall’estero (45,7 TWh, +3,6% rispetto al 2010).

Su base annuale, i consumi totali di energia elettrica sono aumentati dell’1,3% (313,8 TWh): mercato libero 215,7 TWh (+3,2%); mercato tutelato 74,2 TWh (-7,0%); autoconsumo 23,9 TWh (+13,3%).

Il settore industriale ha sostenuto i maggiori consumi, 140 TWh in crescita dell’1,2% rispetto al 2010 e che rappresentano il 44,6% del totale nazionale.

Il comparto con il più elevato tasso di crescita dei consumi è stato l’agricoltura (+5,3%, 5,9 TWh), mentre il terziario ha fatto registrare un incremento dell’1,5% (97,7 TWh). I consumi del settore domestico sono invece cresciuti dello 0,8% (70,1 TWh).

Per quanto riguarda la potenza installata, nel 2011 la potenza efficiente netta ha avuto un incremento di 11,96 GW (+11,2%) raggiungendo 118,4 GW.

L’aumento nettamente più rilevante si è registrato nel parco fotovoltaico, passato da 3,5 GW a 12,8 GW (+268,1% rispetto al 2010). 

La potenza massima richiesta sulla rete è stata di 56,474 GW (+0,1% sul 2010), alle 12 del 13 luglio.

Nell’analisi della ripartizione per fonte della copertura del fabbisogno si evidenziano, in termini di produzione netta, il calo delle produzioni termoelettrica (218,5 TWh contro 221, -1,1%) e idroelettrica (47,2 TWh contro 53,8, -12,3%), e l’aumento sensibile del contributo delle altre rinnovabili (25,8 TWh contro 16, +61,2%), eolico, fotovoltaico e geotermico.

Tra queste ultime giganteggia il fotovoltaico, per lo strabiliante incremento della produzione fatto registrare ed equivalente a +499,2% (10,7 TWh contro 1,9) che ha superato di gran lunga il risultato già vertiginoso del 2010 (+177%). Del resto nel 2011 il numero di impianti fotovoltaici operativi ha raggiunto quota 330.306 (di cui 174.329 allacciati alla rete nell’ultimo anno di rendiconto).

Seppure protagonisti di aumenti di produzione non irrilevanti, l’eolico  (+8%, 9,8 TWh contro 9), ormai superato dal fotovoltaico, e il geotermico (5,3%, 5,3 TWh rispetto a 5) non sostengono il confronto.

Per quanto riguarda la ripartizione per aree territoriali dei consumi e della produzione, la zona lombarda si conferma quella a maggior richiesta (69,6 TWh), con un deficit di 22,7 TWh (produzione destinata al consumo di 46,9 TWh, di cui 1 TWh da fotovoltaico, e consumi per agricoltura, industria, terziario e domestico di 65,9 TWh) colmato prevalentemente da importazioni (23,7 TWh) anche in considerazione del saldo negativo dei movimenti fisici di energia elettrica per aree territoriali nazionali.

Seguono le zone:

  • tosco-emilianacon richiesta di 50,1 TWh, produzione destinata al consumo di 39,9 TWh (di cui 1,5 TWh da PV) e consumi per agricoltura, industria, terziario e domestico di 47,8 TWh;
  • Trivenetocon richiesta di 48,9 TWh, produzione destinata al consumo di 34,3 TWh (di cui 1,4 TWh da PV) e consumi per agricoltura, industria, terziario e domestico di 46,7 TWh;
  • Meridione peninsulare(Campania, Puglia, Basilicata, Calabria), con richiesta di 49,3 TWh, produzione destinata al consumo di  60,3 TWh (di cui 2,8 TWh da PV, con parte preponderante dalla Puglia, 2,1 TWh), consumi per agricoltura, industria, terziario e domestico di 44,7 TWh, e significativo surplus di 11 TWh (unico caso nazionale in queste dimensioni);
  • Centro(Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise), con richiesta di 47,6 TWh, produzione destinata al consumo di 34,8 TWh (di cui 2,1 TWh da PV, il 6% della produzione zonale ossia la più alta percentuale nazionale in questo indicatore), consumi per agricoltura, industria, terziario e domestico di 44,4 TWh;
  • Nord ovest(Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta), con richiesta di 34,8 TWh, produzione destinata al consumo di 37,2 TWh (di cui 0,9 TWh da PV) e consumi per agricoltura, industria, terziario e domestico di 32,6 TWh;
  • Sicilia, con richiesta di 22,1 TWh , produzione destinata al consumo di 22,9 TWh (di cui 0,7 TWh da PV), e consumi per agricoltura, industria, terziario e domestico di 19,3 TWh;
  • Sardegna, con richiesta di 11,8 TWh, produzione destinata al consumo di 13 TWh (di cui 0,3 TWh da PV), e consumi per agricoltura, industria, terziario e domestico di 11,3 TWh.

 

Fonte dati: Terna, “Dati statistici sull’energia elettrica in Italia, anno 2011”, luglio 2012

 

  • Consigli utili per il risparmio energetico

In questa sezione troverai molti spunti per controllare i tuoi consumi elettrici e ridurli senza rinunciare a tecnologia e benessere.

Consigli utili per il risparmio energetico

Consigli utili per il risparmio energetico

Il fotovoltaico, tecnologia rinnovabile per eccellenza, si sposa perfettamente con le iniziative legate al risparmio energetico e all’attenzione per l’ambiente.
In quest’ottica abbiamo pensato di proporre in questa sezione alcuni accorgimenti utili al fine di aiutare a ridurre i consumi elettici partendo dal quotidiano.

 

Quali elettrodomestici scegliere?

Etichetta energetica

Gli elettrodomestici sono entrati a far parte della nostra vita ormai da diversi anni, ma la tecnologia continua a progredire facendo passi da gigante per creare apparecchi in grado di fornire prestazioni elevate con un consumo energetico minimo.

Inutile dire che al momento della scelta è importante verificare l’etichetta energetica indicante la classe di efficienza dell’apparecchio.
Attuando una direttiva europea, la legge italiana ha reso infatti obbligatoria per tutti gli elettrodomestici (frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavastoviglie, forni, condizionatori ecc.) l’etichetta che riporta 7 classi di efficienza, dalla G per gli apparecchi più energivori alla A per quelli più ecologici e, in evidenza, la classe dell’apparecchio sul quale è applicata.

Grazie ai progressi tecnologici oggi esistono elettrodomestici che presentano consumi inferiori anche alla classe A e che vengono indicati con classi di efficienza A+ o A++.

Altri indicatori riportati sull’etichetta che meritano attenzione sono il terzo, nel quale viene riportato il consumo energetico dell’apparecchio in kWh annui e in condizioni perfette di utilizzo, e l’ultimo indicante invece la rumorosità dell’apparecchio.

 

Misuratore di energia elettrica: perché utilizzarlo?

Misuratore dei consumi elettrici

Il misuratore di energia elettrica è un dispositivo che consente di prendere consapevolezza dei consumi energetici della propria casa ed individuare precisamente quali apparecchiature (frigoriferi, televisori, luci, computer, ecc.) assorbono più energia ed incidono quindi maggiormente sulla bolletta energetica.

Grazie a questo dispositivo è possibile valutare interventi di risparmio energetico mirati, quali la sostituzione di apparecchiature di vecchia concezione con elettrodomestici con classe energetica più efficiente.

 

Esempi pratici: TV a confronto

Utilizzando il misuratore abbiamo provato a confrontare un televisore a tubo catodico con uno a LCD.

Ciò che emerge da tale confronto è che in media i televisori LCD consumano tra il 50 ed il 70% in meno dei vecchi televisori a tubo catodico (CRT).

Tale differenza dipende però dalle dimensioni; piccoli schermi da 15” posti a confronto indicano una differenza di assorbimento del 30%. Se si confrontano monitor che hanno una dimensione di 17” la differenza sale al 50%. Tale differenza aumenta ma per schermi di grandi dimensioni tende a diminuire. Esiste quindi una taglia limite oltre la quale il risparmio energetico di un monitor LCD si assottiglia diventando meno evidente.

Si stima che, considerata una giornata di 8 ore di lavoro (tempo di accensione del monitor), il risparmio ottenuto utilizzando tecnologia LCD piuttosto che CRT (tubo catodico) potrebbe essere di oltre 100 kWh/anno.

 

Esempi pratici: lampade per illuminazione

In merito alle lampade per illuminazione possiamo fare invece riferimento ad indicazioni reperibili sul sito www.centroconsumatori.it, portale web dell’associazione CTCU. Il Centro Tutela Consumatori Utenti Alto Adige, è un’associazione di pubblica utilità sostenuta da fondi pubblici con lo scopo di tutelare e promuovere i diritti dei consumatori, anche diffondendo le informazioni necessarie per realizzare abitudini di consumo sostenibili.

Le lampadine ad incandescenza funzionano con una tecnologia a bassissimo rendimento; solo il 5% dell’energia dissipata dalla lampada genera una emissione luminosa. Il restante 95% viene disperso sostanzialmente in calore.

Le lampade a risparmio energetico convertono invece fino al’80% dell’energia assorbita in luce, e questo giustifica il motivo per cui una lampada da 25W realizzata con la nuova tecnologia può essere utilizzata per l’illuminazione di un locale dove in precedenza veniva utilizzata una lampada ad incandescenza di 100W.

La tabella seguente riporta altri esempi:

Lampada a basso consumo Lampada a incandescenza
25 watt equivalenti a circa 100 watt
18 watt equivalenti a circa 75 watt
13 watt equivalenti a circa 60 watt
9 watt equivalenti a circa 40 watt

Le lampade a basso consumo richiedono più energia per essere prodotte, ma il risparmio energetico che deriva dal loro uso permette di azzerare questo maggior utilizzo di risorse nelle prime 40 ore di accensione.

Inoltre la loro durata nel tempo è 8 volte superiore a quella delle lampade a filamento (durata media circa 8000 ore contro le 1000 della vecchia tecnologia).

E’ importante sapere che tali lampade non possono essere gettate nella spazzatura, si tratta di un rifiuto speciale (rientrano nei rifiuti RAEE) perché può inquinare l’ambiente. I rivenditori hanno l’obbligo di ritirare i prodotti esauriti o da rottamare (come gli elettrodomestici) gratuitamente all’acquisto di un nuovo prodotto. La raccolta delle lampade a basso consumo permette anche il riciclaggio di alcuni materiali in esse contenuti, quindi un minor sfruttamento delle risorse.

 

Fonte: Centro Tutela Consumatori Utenti Alto Adige

 

 

 

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